Siamo a fine Maggio, dopo 3 mesi di paura e tensione mai provate prima.
Si dorme solo per stanchezza. Rimanere fuori casa e senza poter lavorare e’ frustrante.
Pero’ un giorno arriva una possibilita’: Il 1 Giugno c’e’ un volo per il Sudafrica.

Tutto risolto? No, niente affatto. Il volo viene cancellato poco dopo. E’ il 28 Maggio. Siamo tornati al punto di partenza. Le telefonate si intensificano, e la tensione sale. Arriviamo a Domenica 31 Maggio e all’improvviso il volo e’ ripristinato; tocca richiudere la valigia. Tensione piu’ che alta ma va bene cosi’. Tanta gente nel mondo e’ bloccata, ed io ho la possibilita’ di far ripartire la mia vita dopo 3 mesi.
Il dispiacere di lasciare la mia famiglia si unisce alla tensione di una possibile cancellazione last minute. Questa volta pero’ non succede, e sono finalmente a Fiumicino.

Tutto chiuso, tanto silenzio, e nessun tempo di attesa a check-in e imbarco.
Il volo per Doha e’ relativamente breve (5 ore), ma tranquillo e siamo una trentina di persone a bordo.
Arriviamo alle 22 locali sperando di visitare uno degli aeroporti piu’ belli del mondo. Abbiamo 12 ore di attesa, quindi lecito immaginare un piccolo tour. Ovviamente sto scherzando!
Tutto e’ spento, silenzioso e noi siamo controllati a vista da un gruppo di operatori.
Ci accompagnano in una sala (enorme) dalla quale si vede l’aereo appena lasciato. Abbiamo bagni pulitissimi da utilizzare e poltrone su cui dormire. Hanno fatto il piano per la nostra nottata qatariota. E io che pensavo addirittura allo Stadio dove il Napoli ha vinto la Supercoppa con la Juve! Comunque, scherzi a parte, siamo controllati a vista, ma anche serviti con cena e colazione in stile arabo.

Arriva finalmente il mattino e dopo una lunga passeggiata nel silenzio ci portano all’imbarco del volo per Johannesburg. Qui siamo quasi un centinaio, ma non si respira tensione. Altre 9 ore e saremo in Sudafrica. E’ buio pesto da queste parti (si va verso l’Inverno), e fa freschino.

Sono le 18 circa, ci vorranno due ore e mezza per passare il controllo passaporti e raccogliere i bagagli non dal rullo, ma direttamente dalla pista, sotto l’aereo.

Si forma una carovana di una decina di furgoncini che ci portera’ fino alla destinazione scelta dal Governo per la nostra quarantena. Siamo una ottantina di persone, e nessuno sa dove andremo.
Faccio la cosa piu’ semplice del mondo, e lo chiedo all’autista del mezzo dove sono con altre 9 persone piu’ bagagli. Mi svela la “localita’ segretissima’.
Parte la carovana scortata dalla polizia. Siamo in strade buie, e senza alcun rumore. In Sudafrica a quest’ora non si puo’ uscire di casa. Sembra un film. Se non vivessi da queste parti forse mi spaventerei.
Comunque dopo una quarantina di minuti siamo a destinazione.
Hotel decisamente buono, ora a disposizione del Governo del Sudafrica.
Siamo in quarantena, e ci restiamo fino a che il team sanitario ci dara’ l’ok per torneremo alla nostra vita normale. Ci portano colazione, pranzo e cena davanti alla porta della stanza. Dobbiamo solo seguire le istruzioni che ci arrivano dal gruppo WhatsApp gestito dal Governo, e andra’ tutto bene.
E speriamo che questa frase la si possa mettere nel cassetto dei ricordi quanto prima…
Salvatore Siviero